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In provincia di Caserta è possibile fare un vero e proprio viaggio nel tempo: alla scoperta del borgo di Pietramelara

Alla scoperta di un borgo in provincia di Caserta – pagievesuviane.it

Nel bel mezzo del verde casertano sorge un paesello che attrae ogni anno moltissimi visitatori: ecco il motivo.

Nell’introterra casertano sorge un meraviglioso paesino, che ogni anno attrae moltissimi turisti, soprattutto per le sue attrazioni medioevali e le sue bellezze naturali. Insomma, si tratta di uno dei borghi più caratteristici della provincia campana, che nonostante le piccole dimensioni ha molto da offrire.

Si tratta del borgo di Pietramelara, che ospita poco più di 4 mila anime. Un vero e proprio gioiello custodito tra le valli del casertano e dal quale si può scorgere un panorama mozzafiato. È anche questa infatti la ragione che spinge sempre più persone a visitare il prezioso paesello.

Un tempo quest’ultimo presentava una cinta muraria con dodici torri, che però non riuscirono a fermare l’assedio del 1496 da parte degli aragonesi, durante il quale venne uccisa gran parte della popolazione. Solo sette famiglie si salvarono, le quali, piano piano furono in grado di costruire nuovamente il borgo.

Nonostante il paese venne danneggiato ancora una volta durante la Seconda Guerra Mondiale, riuscì a risollevarsi completamente, diventando uno dei borghi più suggestivi della zona. Ma scopriamo insieme tutte le attrazioni che si trovano al suo interno.

Le origini

Il borgo ha avuto origine grazie al volere dei principi Adenolfo e Landolfo, ma i primi insediamenti risalgono a molto tempo prima e sono stati individuati nella grotte di Seiano, situate tra Pietramelara e Rocchetta.

Inizialmente il piccolo borgo casertano faceva parte dei possedimenti dell’abbazia di Montecassino, ma successivamente entrò nelle mani dei feudatari di Roccaromana. Ma dopo la morte del proprietario il feudo passò alla corte di Napoli.

Alla scoperta di Pietramelara – pagievesuviane.it

Cosa vedere

Da Pietramelara è possibile ammirare il maestoso Castello di Riardo, risalente all’epoca di dominazione longobarda. È caratterizzato da un finestrone dal quale si può scorgere la costa attraverso la piana del Savone. Inoltre all’interno dell’edificio si trova anche la torre maestra, costituita da muri cavi.

Dal borgo campano è possibile intravedere anche la città di Teano e del vulcano di Roccamonfina. La prima è conosciuta come la “città dello storico incontro”, quello avvenuto tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Degna di nota è anche la grande porta di accesso al borgo chiamata Porta della Madonna della Libera, dal quale si diramano vicoletti e le stradine che lo costituiscono. Anche se le dodici torri delle cinta muraria non ci sono più, con un briciolo di fantasia potrete immaginare come dove essere il borgo nel suo massimo splendore.