In uno dei quartieri più popolati di Napoli si cela una leggenda a dir poco unica nel suo genere. Scopriamola insieme.
Dal nome suggestivo e da una storia altrettanto affascinante, è difficile non soffermarsi su Pignasecca, uno dei quartieri più affollati e vivaci di Napoli ma soprattutto sede di uno die mercati più famosi. Ma è soprattutto il nome che riporta ad una curiosa leggenda che vede coinvolti i cittadini del luogo e delle gazze ladre.
Nel ‘500 il piccolo paese campano era immerso in un bosco che apparteneva ad una famiglia nobile, Pignatelli di Monteleone e chiamato Biancomangiare. Il nome però deriverebbe da un dolce molto popolare a quel tempo e che esiste ancora oggi e che vede tra gli ingredienti vaniglia, latte e zucchero.
Si racconta che in quegli anni ci fosse una certa dose di liberta e spensieratezza, soprattutto a livello sentimentale, tanto che molti abitanti si sarebbero lasciati andare a tresche e amori clandestini. Secondo la leggenda le gazze ladre approfittavano di questi momenti per accaparrarsi qualsiasi oggetto che gli capitava sotto mano, che poi portavano in cima ai pini che costituivano il bosco.
I napoletani dunque, visti gli oggetti riposti sugli alberi dalle gazze ladre davano sfogo ai pettegolezzi. La situazione però ha cominciato a sfuggire di mano, a tal punto che fu emessa una bolla di scomunica agli uccelli che è stata affissa nel pino più alto del bosco.
In questa si legge: “In nome di Dio, per la grave responsabilità che mi fu affidata in terra, nella qualità di vicario di Cristo, io, Vescovo di Napoli e delle sue province, scomunico, d’ora innanzi, tutte le gazze di questo quartiere, anzi… tutte le gazze di questa città”. La leggenda dice anche che tre giorni dopo gli alberi cominciarono misteriosamente a rinsecchire e con loro scomparvero anche le gazze ladre. E così poco a poco il bosco si trasformò in una enorme distesa arida, che venne chiamata per l’appunto Pignasecca.
Esiste un’altra leggenda che riguarda l’origine del nome del piccolo quartiere e riguarderebbe il suo aspetto urbanistico. Nel 1536, ci fu un’intensa cementificazione nei pressi di Via Toledo e ne conseguì la distruzione di alcune aree verdi.
Questo fece sì che sopravvisse un solo pino che divenne la nuova dimora della gazze ladre, nella quale nascondevano la refurtiva. I residenti però, infastiditi della loro presenza, cercarono in ogni modo di cacciarle e questo provocò un danneggiamento dell’albero. Da qui il nome Pignasecca. Anche questa è una pura leggenda, infatti non è nota la vera origine dell’appellativo ma a prescindere da tutto, il quartiere è ancora oggi una grande attrattiva turistica, piena di storia e cultura.