Non tutti lo sanno ma Porta Capuana è stata per secoli la casa di un terribile drago: cosa narra la leggenda napoletana
Secondo un’antica leggenda nella celebre città partenopea viveva un inquietante drago che era solito attaccare chiunque gli si avvicinasse.
Per coloro che non ne fossero a conoscenza, soprattutto se residenti in altre zone della Campania o d’Italia, Porta Capuana rappresenta una delle quattro porte antiche di Napoli. Per molti è considerata la più importante grazie soprattutto alla sua maestosità che nel corso degli anni ha catturato l’attenzione di centinaia di migliaia di turisti.
Ma come mai è chiamata in questo modo? A quanto pare il suo nome lo si deve al fatto che sia direzionata verso la strada che porta a Capua, un piccolo comune del casertano di circa 17 mila abitanti. Un’altra ipotesi più recente invece sostiene che il nome derivi dalla famiglia Capuano che ebbe l’ordine da parte del Re di proteggere la suddetta porta.
Porta Capuana è molto conosciuta nella città partenopea in quanto situata in una delle parti più affollate del centro storico, anche se originariamente si trovava in un’altra zona di Napoli. A prescindere dalla città, come ogni altra importante attrazione, anche Porta Capuana nasconde una leggenda estremamente affascinante e suggestiva, soprattutto perché ha come protagonista un drago, l’animale mitologico per eccellenza.
La leggenda
Non è un segreto che la città di Napoli, ormai da centinaia di anni, sia avvolta da misteri e leggende, che ancora oggi conquistano la curiosità dei suoi abitanti. Una di queste riguarda proprio Porta Capuana, una delle porte più importanti della città. Secondo la leggenda, datata ai primi anni del 1700, vicino a quest’ultima si trovava una palude che fungeva da dimora di un drago.
Questo animale maestoso e misterioso era solito nascondersi tra la nebbia e attaccare chiunque gli si avvicinasse, pietrificandolo con il solo sguardo. Gli abitanti della zona dunque erano timorosi della sua presenza e nessuno aveva intenzione di passare nei pressi della palude per paura di ritrovarsi di fronte la maestosa creatura.
La dimora del drago
Nonostante fossero tutti impauriti, secondo la leggenda l’unico a farlo è stato un ragazzo chiamato Gismondo, che si voleva recare a Napoli per pregare sull’altare che, secondo la tradizione, venne utilizzato da San Pietro per celebrare la prima messa. La fede per lui ha rappresentato la giusta forza per attraversare la celebre Porta Capuana.
Al suo arrivo però della creatura non c’era più traccia e Gismondo fu in grado di proseguire incolume il suo cammino. Durante la notte però gli apparve in sogno la Madonna che gli disse che aveva ucciso il drago. La fede del ragazzo aveva colpito così tanto la Madonna da intervenire in sua difesa e salvarlo dal possibile attacco del drago. In cambio Gismondo avrebbe dovuto realizzare una chiesa nel luogo in cui era stato lasciato il cadavere. Quest’ultima sarebbe stata, a detta della Madonna, il simbolo della liberazione dal male.
Il giorno successivo dunque il ragazzo andò nella zona in cui avrebbe dovuto trovare la carcassa del drago e dopo averlo identificato cominciò la costruzione della chiesa che fu chiamata Chiesa di Santa Maria ad Agnone, dal latino Anguis (grossa serpe), anche se poi venne distrutta a seguito della Seconda Guerra Mondiale.