Al piccolo borgo della provincia di Avellino è legata una leggenda molto particolare che vede come protagonista San Francesco.
Anche se molti non lo conoscono, il borgo di Montella è noto tra i suoi residenti e quelli dei comuni circostanti per una leggenda che coinvolge San Francesco d’Assisi, diventato negli anni ’30 il patrono d’Italia.
Si tratta di una storia commovente che ha catturato il cuore di moltissime persone. Ma perché viene legata proprio al piccolo paese campano? Innanzitutto è necessario raccontare un po’ la storia di questo suggestivo luogo, che conta poco più di 7 mila abitanti.
Situato nei pressi del Parco dei Monti Picentini, si trova a 634 metri s.l.m e a quasi 40 km dal capoluogo campano. È attraversato dal fiume Calore e confina con i seguenti comuni: Acerno, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Giffoni Valle Piana, Montemarano, Nusco, Serino e Volturara Irpina.
Il nome del borgo sembra provenire da Monticulus o Montillus, per poi trasformarsi in Montilla, Motilla e successivamente assumere il nome attuale, con il quale oggigiorno è conosciuto. L’etimologia comunque deriva dalla parola monte, che si riferisce nello specifico ad un colle fortificato.
Montella nasconde numerose attrazioni turistiche, che vale davvero la pena visitare qualora ci si rechi da queste parti. Per esempio il paese ospita uno dei castelli più suggestivi dell’area, il Castello del Monte, risalente all’epoca romana e longobarda. Grazie ad alcuni scavi recenti eseguiti nei pressi della struttura è stata ritrovata una necropoli con degli arredi funerari. Degni di nota sono anche i palazzi storici che arricchiscono il borgo, tra cui Palazzo Capone, Palazzo Bruni, Palazzo Abiosi, Palazzo Pascale, Villa Trevisano e Palazzo Gambone.
A Montella è presente anche il Convento di San Francesco a Folloni, che sembra essere stato fondato proprio dal religioso in persona. Non solo, a questo edificio è legato una leggenda molto curiosa. Secondo quest’ultima San Francesco, giunto a Montella, avrebbe chiesto di alloggiare presso il Castello del paese ma il feudatario si sarebbe rifiutato.
A quel punto il religioso, insieme ai suoi confratelli, decide di recarsi nel bosco di Folloni trovando rifugio sotto ad un leccio per la notte. Al mattino si accorsero che aveva nevicato in modo abbondante ma la zona al di sotto dell’albero si salvò dalle intemperie, anzi non vi era arrivato nemmeno un fiocco. Dopo essersi accorto dell’evento miracoloso, il castellano chiese a San Francesco di lasciare nel paese due frati per poter costruire un convento, che prese il nome del santo.