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Tra rifiuti e duelli all’ultimo sangue: così è nata Via Carbonara a Napoli | Cosa narra la leggenda

Via Carbonara a Napoli – paginevesuviane.it

Ecco cosa narra la leggenda di Via Carbonara nota per essere stata una discarica e luogo di duelli all’ultimo sangue.

La città di Napoli è ricca di storia e di cultura ma soprattutto culla di numerose leggende. Alcune di queste sono legate anche alle strade che vengono chiamate vicoli. Alcuni di questi sono infatti legati a storie particolari così come i loro nomi.

Tra le strade storiche della città e dal nome particolare troviamo anche Via Carbonara. Un luogo che in realtà i napoletani conoscono bene mentre i turisti molto meno. Per questo motivo oggi vogliamo raccontarvi la strana storia legata a questo luogo del capoluogo partenopeo.

Città di Napoli, dove si trova Via Carbonara

Via Carbonara è senza dubbio una delle strade più famose del capoluogo partenopeo. Questo perché si trova poco oltre il centro storico ma soprattutto è obbligatorio attraversarla per raggiungere Palazzo Caracciolo di Oppido. La storia però racconta come all’inizio questa strada si trovasse fuori dalle mura della città. Questo particolare nome è legato al periodo medievale quando la strada veniva chiamata “Ad carbonetum”.

Un nome legato all’uso che si faceva della strada all’epoca. Qui infatti venivano portati i rifiuti cittadini per essere bruciati e poi spinti verso la marina delle acqua di scorrimento provenienti dall’altura di Capodimonte. Una vera e propria discarica a cielo aperto che rendeva all’epoca l’aria quasi irrespirabile. Per questo motivo la strada è stata anche luogo di attività illegali.

La vista su Via Carbonara – paginevesuviane.it

Via Carbonara, una storia di rinascita: i dettagli

Lo scrittore Petrarca in alcune lettere ha parlato di una sua visita in questa zona con la Regina Giovanna. Questi ha parlato di un omicidio a cui è stato costretto ad assistere e per cui il colpevole non era stato punito. Uno stato quindi di degrado e di abbandono fino alla svolta dopo la bonifica richiesta da re Carlo III di Durazzo nel 1383. In quel luogo venne così eretta prima la Chiesa della Pietatella e poi il complesso ecclesiastico di San Giovanni a Carbonara. Si tratta di una chiesa che oggi si trova a metà tra via Foria ed a pochi metri da Porta Capuana.

Da quel momento in poi il luogo un tempo scenario di giostre, tornei ed attività illegali è divenuto luogo di preghiera e con l’avvento degli aragonesi la situazione è poi ulteriormente migliorata. Questo fino ai giorni nostri con la strada che, come abbiamo già detto, è divenuta simbolo del capoluogo partenopeo.