Celebre per i suoi colori sfavillanti e per il suo fascino da cartolina: scopriamo insieme la bellissima frazione di Valogno.
Non è particolarmente conosciuta nelle altre regioni, soprattutto perché si tratta di una piccola frazione della provincia di Caserta, ma tra gli abitanti e i residenti della zona è famosa per ospitare dei murales e delle opere d’arte mozzafiato, rendendola un museo a cielo aperto.
Stiamo parlando di Valogno, che con i suoi 90 abitanti fa parte del comune di Sessa Aurunca. Questo paesino, situato a 400 metri sul livello del mare, rischiava di passare nel dimenticatoio fino ad alcuni anni fa, diventando uno dei tantissimi borghi fantasma disseminati lungo lo stivale, a causa anche della popolazione, gran parte della quale supera i 65 anni d’età.
E invece tutto è cambiato quando un uomo di nome Giovanni Casale, originario di Roma, ha deciso di trasferirsi qui, insieme alla sua famiglia. A causa della malattia di uno dei figli ha fondato l’Associazione culturale “Il Risveglio” finalizzata a rendere più gioiosa e colorata la vita di quest’ultimo e di tutte le persone che lo circondano.
In poco tempo la frazione di Valogno si è trasformata in una vera e propria favola. Questo grazie all’iniziativa proposta da Giovanni, messa poi in pratica attraverso opere di street art ed esposizioni artistiche di vario genere sparse lungo le stradine e i cortili del paesino. L’obiettivo, come ha affermato lui stesso, è quello di “colorare il grigio dell’anima“.
Ha continuato affermando che il grigio per la sua famiglia rappresenta il colore del dolore, che può derivare da una malattia, così come da un lutto o dalla perdita di un posto di lavoro e via dicendo. Avvenimenti che sono sicuramente successi alla maggior parte delle persone. Giovanni ha quindi cercato di reinterpretare il grigio in maniera artistica percependolo dunque come una tinta e non come un colore.
L’associazione, che ha sede nella casa di Casale, è diventata ormai un punto di riferimento e di incontro per scambiarsi opinioni, storie e idee, con l’obiettivo di riappropriarsi dell’identità personale e territoriale. Lo stesso fondatore ha dichiarato: “Il percorso prima dei murales è stato quello di recuperare l’identità di questo luogo, riportando alla luce i portali del borgo, nessuno dei quali è più coperto dal cemento. Oggi al suo interno conta 96 installazioni d’arte, una quarantina di murales e il resto degli interventi in ceramica o arti applicate”.
Ha poi continuando affermando che con l’aiuto della moglie Dora, avevano iniziato a contattare gli artisti scegliendo insieme i temi del disegno. Ora invece sono questi ultimi che in completa autonomia organizzano il murales e le varie rappresentazioni artistiche. Insomma, un borgo che vale davvero la pena visitare!