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La sua natura incontaminata ha conquistato anche Spartaco: non puoi non visitare questo borgo nascosto nella Valle del Sele

Alla scoperta di Roccadaspide – paginevesuviane.it

Arroccato su uno sperone di roccia, il piccolo borgo campano sembra un vero e proprio miraggio grazie al suo fascino incontrastato.  

Si tratta di un borgo super affascinante, non solo per la natura selvaggia che lo circonda ma anche per la leggenda che lo caratterizza. Infatti sembra che Roccadaspide, questo il suo nome, sia stato fondato dai seguaci di Spartaco.

Situato nel cuore della Valle del Sele, il paese fu fondato intorno al 70 a.C, quando alcuni di questi ultimi decisero di ribellarsi al noto condottiero scegliendo di insediarsi proprio nella zona in cui si trova attualmente il Castello.

Nel corso dei secoli il piccolo borgo, appartenente ora alla provincia di Salerno, assunse varie denominazioni, tra cui Casavetere di Capaccio e San Nicola de Aspro, passando anche per Rocca dell’Aspro, ma nel 1850 l’appellattivo con il quale viene oggigiorno conosciuto.

Alla scoperta di Roccadaspide

Attraversato dal fiume Calore, Roccadaspide è nota per la sua bellezza selvaggia e per dei panorami da cartolina, ma non solo. Infatti il borgo è anche famoso per la coltivazione di castagne di prima qualità, alle quali viene dedicata una festa, celebrata a fine ottobre e chiamata per l’appunto Festa delle Castagna d’Oro.

C’è anche un altro evento che raduna ogni anno moltissimi abitanti e residenti delle zona circostanti. Si tratta del Borgo delle Meraviglie, una manifestazione che si tiene a luglio e che mette in primo piano i capolavori di artisti provenienti da tutta Italia. La mostra si alterna poi alle performance di diversi musicisti, pronti ad intrattenere i presenti con le loro più grandi hit. L’evento include anche  una manifestazione eno-gastronomica, per la felicità dei buongustai.

Alla scoperta di Roccadaspide – paginevesuviane.it

Cosa vedere

Il noto borgo campano vanta numerose chiese antiche nel territorio, tra cui il Convento di Sant’Antonio, che si narra avrebbe avuto come superiore Felice Perretti, diventato nel sedicesimo secolo Papa Sisto V. La struttura include un maestoso portale risalente al Cinquecento affiancato due leoni, e una statua della Madonna del Latte, posizionata in una nicchia all’esterno.

Tra gli edifici religiosi degni di nota si trova anche la Chiesa della Santa Patrona Sinforosa, costruita nel 1450, la Chiesa del Carmine, o dei Morti, in stile rococò e la Chiesa della Natività della Beata Maria Vergine, risalente al diciassettesimo secolo e caratterizzata da tre navate e una splendida statua di Santa Sinforosa.